Il 2025, hanno del Giubileo, vede la Compagnia La Calzamaglia alle prese con un nuovo spettacolo in Piemontese, traduzione di un’opera comica di Stefano Palmuci, ormai diventato il nostro autore preferito. Focus sulla famiglia e i suoi fantastici “crash di sistema” in questi tempi pazzi e sconclusionati.

Giacomo, vittima e carnefice

Al centro della tempesta, il povero Giacomo Tarloni, un capo famiglia che più sfortunato non si può. La sua storia è talmente “normale” da sembrare scritta da un autore con troppo caffè in corpo e un debole per il caos cosmico.
In un giorno qualunque (che di qualunque ha giusto l’aria del mattino), Giacomo si ritrova nel mezzo di un tornado emotivo: sua moglie decide di confessargli che ha un amante e che ha intenzione di portargli a casa il tizio per un’imbarazzante stretta di mano “ufficiale”. Come se non bastasse, la figlia presenta il fidanzato, che per pura coincidenza è il figlio di un ex amico di Giacomo con cui ha litigato così furiosamente vent’anni prima che nemmeno i muri hanno ancora smesso di risentirsi.

Ci si mettono anche i parenti

A completare il quadro, una madre anziana sempre più pungente e irascibile (praticamente un mix tra un’oracolo e una mina vagante, amante del buon vino, ma dalla memoria compromessa), un cugino vanitoso e irritante come un maglione di lana sulla pelle nuda, e per non farsi mancare nulla, due zelanti agenti della polizia tributaria che arrivano decisi a dissotterrare ogni piccolo peccatuccio fiscale di un povero contribuente zelante.

E Giacomo cosa fa?

Crolla? Per niente! Si arrende con un sorriso zen così disarmante che lascia tutti di stucco virando a proprio vantaggio le situazioni che si presentano. Insomma, una giornata assurda che finisce per somigliare a una tragicommedia in cui la miglior difesa è… una sonora risata!
Uno spettacolo in Piemontese tutto da ridere, parola de La Calzamaglia….